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CLASSI DI VOLATILITA', i quattro volti dei mercati finanziari.



Cari Lettori,

in questi lunghi mesi di incertezza sui mercati finanziari abbiamo assistito a situazioni a dir poco al limite e si è notato come troppe volte gli addetti ai lavori si sono fatti prendere la mano oltre che dagli eventi, anche dalla volatilità che ne è scaturita. Tuttavia durante questa crisi "secolare", data la sua peculiarità, non è accaduto nulla che gli strumenti della finanza quantitativa non sapessero spiegare. L'errore, in primis degli investitori istituzionali che hanno perso ingenti capitali, è stato quello di sottovalutare la possibilità che una crisi dell'intero sistema finanziario spingesse la volatilità dei mercati oltre i livelli entro i quali essa normalmente si mantiene. Cò che è avvenuto non era del tutto prevedibile, ma lo era il meccanismo che ha concretamente prodotto i danni, cioè la volatilità anomala dei prezzi di mercato. Non è questa la sede per riflettere sull'adeguatezza dei criteri contabili applicati dalle banche per valutare i propri investimenti, è invece la sede per riflettere in manera semplice ed efficace su ciò che accade sui mercati quando, oltre al trend, cambia anche la volatilità. Per fare questa riflessione è necessario suddividere gli scenari che si possono incontrare sulle piazze finanziarie in base al livello della volatilità (cioè alta e bassa) ed all'andamento dei prezzi (cioè in trend o non in trend). In questo modo è possibile delineare quattro scenari che, sia pure in maniera generica, raggruppano tutto quanto può accadere sui mercati regolamentati, passiamoli ora in rassegna per comprenderli meglio.

Situazione 1:
Mercato in trend e bassa volatilità
Questa è una buona situazione, poiché consente guadagni limitati, ma a basso rischio. Non è purtroppo uno scenario che si incontra molto spesso sui mercati poiché, in genere, o non succede nulla, oppure avviene qualcosa che spesso fa muovere il prezzi in maniera fin troppo violenta. Quando invece la variazione è più contenuta, ma ben delineata, occorre più pazienza per realizzare profitti interessanti, ma la riduzione del rischio è così importante da compensare lo sforzo in termini d'attesa. Questa è senz'altro la situazione ideale per l'investitore, perché chi investe si pone un orizzonte temporale non certamente breve ed a quel punto il dover attendere non è nulla di fronte al beneficio di rischiare poco. La speculazione, invece, può incontrare qualche difficoltà, specie se la crescita è particolarmente lenta. In casi simili i segnali d'ingresso sul mercato non sono mai molto chiari e lasciano sempre molti dubbi. Inoltre lo speculatore è colui che accetta il rischio, perchè lo sa gestire abbastanza bene ed in cambio vuole guadagni veloci. Agli speculatori, almeno quelli più aggressivi, non piace dover attendere molto per realizzare i profitti, temono il verificarsi di eventi imprevisti ed eccezzionali che, data la forte esposizione con cui normalmente viene effettuata la speculazione, possono provocare danni pesanti al capitale investito, costringendoli addirittura ad interrompere la loro attività di compravendita. Perciò amano i guadagni relativamente veloci, quelli da seguire con attenzione costante e realizzare prontamente.

Situazione 2:
Mercato non in trend e bassa volatilità
Questa, per quanto possa sembrare paradossale, è una situazione di equilibrio per i mercati finanziari, cioè uno scenario nel quale non vi è alcun motivo perché il prezzo debba variare significativamente. Come funzionano i mercati finanziari? Esattamente come qualsiasi altro libero mercato, ovvero seguendo la legge della domanda e dell'offerta. La domanda e l'offerta devono trovare un'accordo, pertanto una delle due deve modificare il prezzo a cui è disposta ad effettuare lo scambio. Se nessuna delle due parti intende modificare le proprie condizioni avvengono pochissimi scambi. È chiaro che in un mercato speculativo è difficile immaginare che il prezzo può sostare per molto tempo senza mostrare variazioni significative, tuttavia per periodi limitati di tempo è possibile assistere ad un suo movimento piuttosto contenuto.

Situazione 3:
Mercato in trend ed alta volatilità
Può sembrare la situazione ideale. Infatti cosa c'è di meglio di un mercato che cresce rapidamente? La risposta è: un mercato che cresce a lungo! Purtroppo una crescita molto elevata raramente è sostenibile per lungo tempo. Il prezzo infatti non può continuare a correre all'infinito, altrimenti raggiungerebbe livelli troppo diversi dalla situazione di partenza per poter essere giustificati. Eppure sui mercati finanziari situazioni del genere si verificano spesso, poiché le Borse non sempre danno origine a movimenti che esprimono il massimo della lucidità, ma al contrario si notano delle configurazioni che evidenziano invece molta emotività da parte degli operatori. Quando ciò accade bisogna certamente essere molto rapidi a sfruttarlo, ma non bisogna lasciarsi prendere dall'ingordigia ed occorre pertanto avere la prontezza di chiudere l'operazione nel momento in cui la tendenza sembra iniziare ad invertirsi. Questo scenario non è necessariamente il migliore per l'investitore, così come non sempre lo è per il trader, anche se quest'ultimo dispone certamente di mezzi migliori per sfruttare con profitto situazioni del genere.

Situazione 4:
Mercato non in trend ed alta volatilità
Apparentemente questo è lo scenario peggiore, poiché non vi è una tendenza ben definita, ma vi sono fluttuazioni molto importanti. Se questa situazione non è certo gradita agli investitori, poiché le forti variazioni di prezzo delle attività finanziarie si trasferiscono inevitabilmente sul portafoglio, per gli speculatori la mancanza di una tendenza, se unita ad alta volatilità, può essere estremamente utile. Infatti, se l'ampiezza delle fluttuazioni è sufficiente, è possibile operare delle speculazioni veloci che possono diventare abbastanza profittevoli. Quello che deve formarsi è il cosiddetto trading range, con un'ampiezza di oscillazione sufficiente a poter essere sfruttata mediante operazioni speculative.

Vediamo ora di capire in che modo si possono riconoscere i quattro scenari sopra discussi. Utilizzeremo l'indice FTSE MIB nel periodo tra ottobre 2008 ed agosto 2009, perché si presta in maniera particolare per evidenziare questi quattro scenari.

Nel grafico che segue







abbiamo suddiviso il periodo di un anno di Borsa in fasi, numerate seguendo lo stesso criterio con cui le abbiamo spiegate qui sopra. Passando ad una breve analisi, notiamo come un anno fa il mercato era ancora nervoso, con saliscendi pronunciati e volatilità ancora bassa, pertanto ci trovavamo in una fase di tipo "
2". In seguito è partito un violentissimo ribasso che ha fatto salire rapidamente la volatilità, facendo sì che quest'ultima toccasse il massimo a dicembre 2008 ad un valore di oltre il 60% su base annua, livello decisamente allarmante, quasi il triplo del normale. Questo anomalia costituiva già un chiaro segnale di pericolo e preannunciava la crisi "secolare", almeno dal punto di vista dell'analisi tecnica.

Questo ribasso violentissimo, è stato, come da manuale, un alternarsi di trend ribassisti, fasi laterali o assenza di trend, pertanto la sequenza è stata chiaramente di tipo "
3-4-3-4", ovvero trend-laterale-trend-laterale, il tutto caratterizzato da alta volatilità. Ora è perfettamente chiaro che, trend o non trend, le fasi di alta volatilità (o di volatilità anomala) sono in assoluto le più rischiose e difficili per chi si occupa professionalmente di investimenti nei mercati finanziari.


Ad inizio 2009 si è assistito ad un fatto singolare, cioè il trend ribassista è diventato ancora più crudo e violento, ma la volatilità è diminuita, pertanto la sequenza di fasi è stata "
3-4-1", anziché "3-4-3". Perché la fase peggiore del ribasso, ovvero quella da febbraio a marzo di quest'anno ha visto una caduta della volatilità? Semplicemente perché il mercato invertiva la sua direzione più raramente e meno violentemente. Infatti la volatilità misura, tra le altre cose, anche la curvatura del mercato, ovvero la capacità di esprimere forti trend in contrasto tra loro. In questo caso non vi era alcun contrasto: dominava l'orso!

La dimostrazione di ciò sta nella successiva ripresa primaverile, quando l'indice mette a segno una performance strepitosa, ma la volatilità, pur rimanendo alta, non cresce, proprio perché il rally è molto "pulito". La volatilità rimane ancora alta all'inizio dell'estate, vedi l'ultima fase "
4", infine il tentativo ribassista con il successivo a rally estivo (attualmente in corso) sono decisamente di tipo "1", cioè delle fasi di mercato in trend e bassa volatilità.

Non ci si dovrebbe mai limitare alla sola analisi della direzione di un mercato, ma si dovrebbe sempre studiare la volatilità dei suoi rendimenti, poiché nei mercati qualunque guadagno primo poi viene perduto se non si tiene sotto controllo il rischio. Lo studio sistematico delle condizioni complessive di mercato deve far parte necessariamente del bagaglio minimo di abilità di un operatore moderno.


Massimo Intropido











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