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Riflessioni ed approfondimenti di ANALISI TECNICA

Analisi Tecnica

Riflessioni ed
approfondimenti di
ANALISI TECNICA


LA NECESSITA' DI UN METODO NEL TRADING


Cari Lettori,

nella precedente lezione di Analisi Tecnica ho illustrato il
metodo di trading di Jesse Livermore, uno dei primi speculatori di Wall Street a passare alla storia per l'entità delle fortune prima guadagnate e poi perse, nel giro di pochi anni. Ho voluto approfondire questo argomento per evidenziare che le tecniche di trading non sono poi così moderne come apparentemente sembrano. In realta esse compiono quasi un secolo.

Ciò non dipende dal fatto che nei decenni successivi non si sia riusciti ad inventare metodologie più evolute. Un esempio d' innovazione è dato dai sistemi automatizzati di trading, relativamente "giovani" nella storia della speculazione finanziaria, essendosi diffusi grazie all'utilizzo di massa dei computer.

Nel tempo il trading è stato interessato da molti cambiamenti che hanno influito solo nella sua forma, ma non nella sua sostanza. Sostanza che si riassume nell'acquistare un'attività finanziaria, quando si è convinti che il suo valore possa aumentare in tempi ragionevolmente brevi (e questa "brevità" dipende dagli obiettivi di investimento di ciascun soggetto) per poi rivenderla quando si pressupone che il suo valore sia destinato a diminuire.

Queste ultime due affermazioni sono così comunemente accettate a livello logico da apparire scontate, lapalissiane. E allora perché è così difficile metterle in pratica? Perché così spesso nel trading si compra troppo tardi o troppo presto e si vende troppo tardi o troppo presto? La risposta sta nella natura speculativa dei mercati finanziari che inseguono il prezzo, non necessariamente il valore e mostrano un andamento ciclico molto contrastato.

Il "confondere le idee" risiede nella natura stessa dei mercati finanziari, così come il mostrarci, in rapida successione, una cosa ed il suo contrario, di muoversi a volte in maniera opposta rispetto a quanto suggerirebbero i "fondamentali" (cioè le relazioni economiche che generano o distruggono il valore dei beni e dei servizi). Il problema di fondo legato allo studio dei mercati finanziari è che le loro tendenze sono imprecise, sia nel breve che nel lungo termine.

L'apparente caos del breve periodo si verifica anche nei fenomeni naturali, ma alla lunga la stagionalità prevale con una certa precisione. L'inverno, da un punto di vista meteo, può iniziare qualche settimana prima o qualche settimana dopo, ma di certo non inizierà e non terminerà ad agosto, perlomeno nel nostro emisfero. Nei mercati finanziari, invece, l'estate può durare un intero anno, così come l'inverno può durare un solo mese invece che tre.

Ecco il motivo di tanta difficoltà nell'applicare delle regole che comunque funzionano. Ecco perché l'analisi tecnica, che da più di un secolo dimostra di funzionare, ha di per sé un approccio così minimalista, così essenziale. Ma tale deve essere, perché uno strumento troppo sofisticato verrebbe ingannato in maniera estesa e sistematica.

È uno strano carattere quello dei prezzi che appaiono sui mercati finanziari. Troppo casuali per essere studiati con strumenti ingegneristici e contemporaneamente, troppo sistematici per poter utilizzare una logica puramente stocastica, cioè legata ai fenomeni totalmente casuali.

Sappiamo che le regole di base dell'analisi tecnica derivano dal lungo e paziente lavoro di sintesi (quindi d'eliminazione di quantonon funzionante) che Charles Dow effettuò sul finire dell'800.

Una volta effettuata questa necessaria premessa, riproponiamo il modello di prezzo sul quale abbiamo studiato il "metodo di trading di Jesse Livermore".

Se osserviamo il grafico dei prezzi su cui abbiamo simulato il trading nella precedente lezione





si può concretamente osservare quanto detto, ovvero una tendenza prevalentemente ribassista (nella prima metà del grafico) estremamente disturbata da violenti movimenti contrari alla tendenza stessa. Quindi, di fronte ad un andamento del genere, non è affatto facile applicare la regola, in sé molto semplice, che suggerisce d'acquistare quando vi sono fondati motivi per attendersi un rialzo del prezzo e di vendere quando si prevede il ribasso.

I rialzi ed i ribassi si alternano con una tale puntualità da poter dire che coesistono e allora cos'è che produce la discesa del prezzo da 88 Dollari a 16 Dollari? La differenza complessiva tra ciò che viene guadagnato durante i rialzi e ciò che viene perduto durante i ribassi. Anche questo concetto, di per sé molto semplice, per gli stessi motivi visti poc'anzi, diviene estremamente difficile da applicare.

Per risolvere tali difficoltà sono nate le
metodologie di trading, cioè per la necessità di seguire una strategia che consenta di concentrarsi solo sul movimento complessivo del mercato, senza lasciarsi distogliere troppo spesso da movimenti meno significativi e contrastanti. Con il tempo, Jesse Livermore imparò a fare esattamente questo.

Egli, seguendo per anni l'andamento dei prezzi di Borsa, si rese conto che solo il superamento di certi livelli produce un movimento effettivamente significativo e dunque probabilmente profittevole, mentre tutto il "saliscendi" del prezzo all'interno di quei livelli non va preso in considerazione.

Ecco perché (come già spiegato nella precedente lezione) piazzava il suo
stop loss ben oltre l'estremo opposto alla tendenza, cioè al di sopra dei massimi durante un trend ribassista e cioè per evitare che fosse colpito durante le normali oscillazioni del prezzo.

A questo punto il problema si sposta dall'individuazione della tendenza al potersi permettere, in termini monetari, la naturale oscillazione del prezzo, da ignorare in quanto non significativa. Questo problema non viene risolto dall'analisi tecnica, bensì dal
money management, ovvero dall'adeguamento del capitale investito alla volatilità dei prezzi.

Se noi non riusciamo a tenere sotto controllo la variazione monetaria del nostro capitale provocata dalla fluttuazione dei prezzi, diventeremo troppo emotivi e saremo facilmente ingannati e condizionati dal movimento del prezzo.

Questa circostanza è dimostrata dalla frequenza con cui i
trader neofiti ottengano ottimi risultati durante le simulazioni ed inizino a perdere soldi quando passano all'operatività effettuata col denaro vero.

E' ormai un'idea comunemente accettata che la bravura di un trader non stia nella sua capacità di prevedere il futuro, ma piuttosto nella
sua costanza nel seguire le regole e nella sua abilità nel mantenere sotto controllo il capitale investito.

La sicurezza in sé stessi si acquisisce nel tempo con il metodo.






Massimo Intropido















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